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Ispirata certamente da Erato, musa della poesia amorosa, ed Euterpe, musa della poesia monodica e della musica, Lydia Giuffrida Longo ci presenta una silloge di quindici racconti nei quali i personaggi protagonisti sono disegnati in punta di matita, dominati da una passione o preda di alcuni deliri, facilmente individuabili fra la gente comune incontrata per caso nel corso delle nostre attività quotidiane. Quasi istantanee scattate con immediatezza da figure reali, ma con quella simpatia umana che le rende vicine a noi, coinvolgenti nelle loro storie. La narrazione, pur formando un corpo unico per ispirazione, si diversifica in una composizione polifonica a più voci che pretendono di essere ascoltate e comprese anche dal lettore più distratto. In molte pagine aleggia una lieve ironia, riflesso della viva partecipazione e adesione alle vicende narrate, ma con il distacco stagionato di chi guarda dall'alto l'avvicendarsi dei casi della vita.